venerdì 25 settembre 2009

Parrocchia di Santa Maria - Viserba (RN)

Comincio volentieri la rassegna con quella che è stata l’incubo della mia infanzia: quel capannone industriale di cemento armato, quel campanile egiziano, i muri laterali pieni di gobbe come la schiena di un coccodrillo. La chiesa di Santa Maria a Mare, a Viserba frazione di Rimini rientra perfettamente nell’ordine MONOLITICO. Vedere per credere…



A destra, sulla facciata, si può vedere con un po’ di acume visivo una faccia lunare che porta su di sé quella che pare una pedata, o una scaletta. Eh, i miracoli della religione… l’uomo sulla luna! E dire che una volta pensavano che la luna fosse fissata su una sfera di cristallo e che girasse intornoa noi! Aspetta, questo è vero… è la prova che non c’è conflitto fra fede e scienza! Ma tra religione e architettura, la guerra è aperta.


Ricordo che durante un temporale quella croce di ghisa, che da sola sarà pesata 15 tonnellate, è caduta. L’hanno sostituita con una degna della stazione orbitante Mir da tanto è fatta di tubi di ferro appuntiti. Come se non bastasse, con un tocco di agghiacciante modernità, hanno aggiunto una glaciale luce blu che nottetempo inonda la costruzione, adagiando questo monoblocco basaltico su un cuscino azzurrognolo. Magari… magari volasse via su una nuvola…



Gli interni sono conformi alla leggerezza dell’esterno. L’architetto deve aver visto la foto della Sagrada Familia e dev’essersi messo in testa di imitare Gaudì. Pessima idea, risultato tragico. Il soffitto buio incombe come una minacciosa nuvola tempestosa sulla testa dei fedeli, che vedono abbacinati intorno all’altare le strane luci che paiono provenire da un miraggio, o da una pasticca di LSD. Una croce-lampadario, mirabile esempio di polisemia oggettuale, domina l’altare anche lui rigorosamente in cemento armato. Nella foto non si vede, ma le stazioni della via crucis che contornato i muri di mattoni a vista sono talmente stilizzate da risultare incomprensibili, perfino grottesche. Qualche ciuffo di fiori buttato qua e là in un vaso di moplen non è in grado di contrastare la pesantezza della tarchiata costruzione, e mestamente scompare chinando il capo come un salice, in un pianto dirotto.

15 commenti:

  1. Cavolo, i colori dell'interno della chiesa mi ricordano quelli della pellicola di Dario Argento "Suspiria".
    Location perfetta per un film del maestro, quasi quasi gli mando una mail con le foto, chissà che finalmente non si risvegli la sua vena artistica, persa ahimè molti anni orsono.

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  2. Tutti rigorosamente Ferraniacolor ;)

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  3. viserba di rimini li' 15/04/2010.

    la mia famiglia dai tempi dei tempi abita viserba.
    ho 46 anni.
    la chiesa di viserba (se non l'ho sai) e' stata costruita attorno gli anni 70/72.
    quando si critica bisogna conoscere la storia.
    dopo il 'dopo guerra' viserba era tutta bombordata e distrutta nell'anima.
    i cittadini di viserba si sono rimboccati le mani e con tanta fede e fatica hanno cotruito la viserba centro e stazione di oggi!
    negli anni 70/72 le chiese di viserba e di lagomaggio,grazie ai fedeli, venivano costruite e all'epoca gli architetti disegnavano fabbricati religiosi cosi'!
    se vogliano parlare di cementificio, ti invito a venire a vedere cosa hanno fatto le varie amministrazioni di centro sinstra dagli anni 90 al 2010 sopra la via sacramora poi discutiamo delle brutture!
    ti invito ad andare a vedere le chiese gotiche in particolae di barcellana in particolare 'santa maria' poi iniziamo discutere e a riempirci la bocca!ti saluto lindoro, persona qualsiasi con senso della dignita' architettonica!

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  4. Caro Anonimo viserbese.
    Mi fa piacee il tuo commento, perché tra le righe emerge chiaramente il fatto che, tuo malgrado, sei d'accordo con me: per farti piacere quella chiesa devi ricorrere a giustificazioni ("negli anni '70 si costruivano così", "è il simbolo dell'impegno religioso della comunità").
    È anche interessante il fatto che lambisci il punto centrale del mio blog senza nemmeno accorgertene: viserba è certamente piena di cemento come gran parte delle nostre città, e le colpe volendo si possono distribuire uniformemente verso amministratori di tutti i colori dell'arcobaleno (ma comunque sempre prevalentemente cattolici, statisticamente parlando). Il punto però è che se io (minimamente col voto, o massimamente con l'impegno civico e politico) posso influenzare leggi, regolamenti, elezioni e giunte (e quindi ho un peso specifico che posso definire di per me), nei confronti della chiesa sono del tutto inerme: queste chiese sorgono in sostanziale indifferenza delle leggi italiane, possono scampanare quanto vogliono, gli edifici religiosi non pagano ICI e tasse varie anche quando sono commerciali o residenziali (non parlo dei luoghi di culto). Io, che non appartengo alla comunità cattolica, e malgrado tutto ciò incida fortemente sulle mie tasche, sulla mia vista e purtroppo su tanti altri aspetti della mia vita: io non ho nessun potere politico/cittadino per dire la mia. E mi vedo infliggere capannoni di cemento o cappelli di strega a ogni angolo. Io non ho ragioni affettive per sopportarli, diversamente da te.

    PS: sono anche io viserbese. E quindi?
    PPS: a barcellona ci sono stato e ho visitato chiese bellissime, come pure in Italia ce ne sono tante. E quindi?

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  5. Peccato...queste brutte parole per parlare della casa di Dio! Ci sono tante chiese belle e meno belle, ma ciò che conta è un posto dove poter pregare, in silenzio e al cospetto di Dio, che può essere ritrovato ovunque, anche in una chiesa "brutta" come viene barbaramente definita.

    Che arroganza!!!!!!!

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  6. Io parlo di edifici, qualcun altro parla della "casa di Dio" (ma non era ovunque?). In effetti, è proprio questa la questione: il fatto che sia la casa di dio non gli dà uno status speciale: se fosse stato un supermercato chiunque l'avrebbe trovata orrenda. Invece è una chiesa, e allora, in nome di dio, la si può felicemente infliggere a tutti gli altri.

    E poi sarei io quello arrogente. Mah.

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  7. Carissimo, conosco bene quella chiesa, e devo dire che il tuo post è scritto davvero molto bene. Complimenti sinceri. È sempre bello esprimere le proprie idee. Comunque, deve essere un po' che non ci vai, perché saranno vent'anni che hanno imbiancato all'interno sia i pilastri centrali che tutto il soffitto e l'interno della facciata... Evidentemente non eri il solo a non apprezzare l’atmosfera buia che aveva previsto l'architetto, e per non sbagliare hanno anche aggiunto faretti su faretti... forse a te piacerà di più così, ma a me personalmente piaceva molto ma molto di più prima, proprio con quel soffitto buio ed i pilastri in cemento a vista, con incise le nervature delle tavole di legno che erano state usate per costruirli. L'atmosfera era cupa, quasi da chiesa romanica, ma anche sorprendentemente minimalista (in un dialogo continuo e stridente con l'ovvio post-barocco della struttura cementizia alla Michelucci); se ti interessa, hanno anche messo brutte transenne in ferro battuto qua e là, hanno sostituito le vetrate laterali (che erano monocrome in vetro scuro) con vetrate istoriate con scene di gusto ottocentesco e in colori pastello (quando le differenza delle vetrate originali che sono istoriate hanno colori molto carichi e disegni stilizzati). Insomma tutta la decorazione interna è stata per quanto possibile convertita da un gusto modernista ad un più classico ottocentesco-controriformista, aumentando nel contempo la luminosità. Il risultato beh, non mi esprimo... ma tra le tante decorazioni che hanno messo non mi vanno giù né il crocifisso aggiunto al confessionale in muratura né le cornici e le lampade floreali della via crucis (sulla quale per me hai preso una cantonata, perché si tratta di una serie di fusioni di grandissima qualità, sicuramente una delle più belle che ho mai visto). Ma sono dettagli: la chiesa, come saprai, ha anche il privilegio di essere incompiuta: dietro l'altare c'è solo metà della chiesa prevista, con l'ennesimo muro (che doveva essere provvisorio) che è stato imbiancato!
    A mio avviso era un ottimo progetto, ormai irrecuperabile (visto anche la piazza che ci hanno fatto davanti, con una specie di traliccio verde), che comunque difficilmente potrebbe dequalificare (o anche al limite qualificare) un contesto urbano decisamente troppo costruito e senza grande criterio (cosa che del resto si potrebbe dire di tutte le zone in Italia dove si è costruito nel corso dell'ultimo secolo).

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  8. Ateo lo sono anche io e anche viserbese. Tuttavia, la chiesa di viserba come edificio sacro di stile moderno, non mi pare così malvagio.
    Ricordo perfettamente la caduta della croce, letta da molti come un segno del Signore nei confronti dell'operato di Don Antonio ;)
    Non tutti forse ricordano quando qualcuno dissotterò dei teschi umani e li appese alla fontana di P.zza pascoli (quella della chiesa) e mi pare anche ai lampioni.

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  9. Una chiesa non deve consistere in un luogo di sfarzo e di lusso e la chiesa di viserba con la sua semplicità ne è l'esempio pratico. Non è sorta per volere della chiesa di (e qui ti cito) "poter fare quello che accidenti gli pare con gli spazi di tutti", bensì dalla forza d'animo di un piccolo paese che voleva tornare a vivere le proprie tradizioni e la propria vita di comunità, negli anni successivi alla guerra. Sono le chiese adornate fino all'inverosimile di "oro e argento" che dovresti prendere di mira nelle tue dissertazioni politiche ed economiche (si vedano a tal proposito i tuoi precedenti commenti) e non quelle sorte con il solo e semplice scopo di rendere la vita più felice alle persone che le rappresentano e maturano al loro interno un senso di fratellanza e aiuto reciproco. Trovo inoltre di cattivo gusto l'invito che rivolgi ai tuoi lettori di "non visitare" i luoghi che -- soggettivamente -- giudichi nel tuo blog, oltre che inutile, in quanto non è certo il tuo giudizio che può regolare o meno la decisione di un soggetto a essere spettatore della realtà che -- oggettivamente -- lo circonda. (fine parte 1)

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  10. Nè tantomeno puoi privare questo stesso soggetto del diritto di crearsi una nuova opinione a riguardo, attraverso pregiudizi espressi più o meno brillantemente nelle tue recensioni, se così vogliamo chiamarle; senza tralasciare il fatto che molto probabilmente la maggior parte di esse non sono neanche frutto di un tuo diretto intervento sul campo, come è dimostrato dal tuo invito ad inviare materiale fotografico via email come spunto per nuovi articoli. A maggior ragione sarebbero apprezzabili foto recenti dei luoghi che ti attingi a descrivere (le foto presenti in questo articolo avranno una ventina d'anni se non di più, e ti parla uno che abita a poche centinaia di metri dalla piazza di Viserba). Se mai dovessi inaugurare un blog opinionistico sulle case più brutte d'Italia non esitare a mandarmi foto della tua, di modo ch'io possa commentare negativamente e a mio esclusivo piacimento la sua intrinseca "dignità architettonica".

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  11. Attendo con fremente curiosità un tuo commento che come nei precedenti casi raggiri con vari panegirici ciò che ho affermato. Evidentemente tu sai meglio delle persone ciò che esse stesse vogliono "inconsciamente e loro malgrado intendere". Ma per cortesia ...

    Giacomo Poggi

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  12. Il cemento non intonacato, con l'impronta delle assi di legno delle casseformi, fu utilizzato da molti architetti, uno im particolare di cui mi sfugge il nome... Philippe Daverio ci fece un servizio su Passepartout.
    All'epoca pareva un modo nuovo e interessante di utilizzare il cemento e per molti lo è ancora.
    Ci sono chiese più moderne che vengono dipinte come capolavori ma sono discutibili quanto quella di Viserba, con la differenza di essere state progettate da architetti più famosi.
    Il gioco di oscurità e luci soffuse (tipico delle chiese cattoliche, al contrario della luce delle moschee)creato dalle travi e dalle colonne inclinate insieme alle vetrate, non è da poco, la zona dell'altare ha un gioco di proporzioni tra linee orizzontali dei gradini e altare vero e proprio che esce dalla banilità. Non sarà una chiesa antica ma come moderna e di modesta progettazione, direi che se la cava benone.
    Marco da Viserba (Ateo)

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  13. ..ma quante parole inutili!!
    qualsiasi chiesa è luogo di Dio ed anche casa tua se sei credente.
    ma scrivere a vanvera mi fa rabbia..soprattutto da atei che sostengono che una brutta chiesa allontana i fedeli..se una persona vuole ritrovarsi a pregare lo puo' fare dovunque senza stare a criticare l'architettura come fosse una componente fondamentale del credere o meno.
    mi sembrano discorsi stupidi.
    le chiese di Rimini sono belle o brutte indipendentemente dal credere.
    se ci vado è per stare con Dio..altrimenti mi guardo il ponte di Tiberio.
    una cristiana.

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  14. Gaudì non c'entra un cavolo, ledificio è una reinterpretazione in chiave moderna dello stile romanico e che sia cupo è normale dato che è concepita per il raccogliemnto spirituale.
    Se te lo dice un ateo credici... comunque gli architetti di oggi fanno di peggio

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  15. Quando senti parlare don Aldo, il cupo edificio non conta più, perché senti parlare Gesù.

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