Mi capita ogni tanto di viaggiare, come probabilmente succede a molti di voi. E mi capita spesso di trovarmi beatamente cullato alla vista delle nostre bellissime città e di paesaggi mozzafiato.
Così mi capita, in questo stato d’animo di stupita e rapita ammirazione, di scontrarmi ancor più violentemente contro alcune delle peggiori manifestazioni architettoniche del nostro Paese. Mi è capitato di parlarne con altre persone (amici, o anche improvvisati compagni di viaggio) e di trovare molta solidarietà. Silenziosa solidarietà. In qualche misura, inavvertitamente, mi scoprivo a memorizzare e a catalogare le mie traumatiche esperienze architettoniche. A ricordare, insieme alle bellezze, anche le bruttezze.
Solo che in questo paese si possono tranquillamente dileggiare gli ecomostri quando sono ipertrofici residence, villette spalmate sulla schiena della valle dei templi, villaggi abusivi. Ma (non che questa sia una sorpresa) non ho mai sentito contestare la presenza di costruzioni talora ugualmente gigantiche, incoerenti, paesaggisticamente oltraggiose come le migliaia di chiesette e chiesone sparpagliate su tutto il territorio italiano.
Vedi i loro spigolosi tetti nelle periferie, le loro monumentali squadrosità nei quartieri popolari, il loro cemento a vista nelle frazioni balneari, le loro travi ferrose nei quartieri di nuova costruzione. Occhieggiano le più moderniste e ricercate nelle città, dove fingono di essere giovanotte e sbarazzine, queste anzianotte costruzioni che ricordano tanto l’Aschenbach della Morte a Venezia. Si pittano e si tingono, fanno vetrate fumettose, icone stilizzate, facciate audaci.
È giunto il momento di osare, di estrarre questo silenzioso e mesto catalogo dalla rimozione dei miei ricordi, ed esibirlo pubblicamente affinché altri che come me soffrono silenziosamente possano espellere le loro sofferenze architettoniche.
Finalmente possiamo dirlo in coro, e dimostrarlo: QUESTE CHIESE SONO BRUTTE. Sono degli ecomostri, degli insulti anche al più elementare principio estetico. La religione non c’entra, se non marginalmente. C’entra perché alcuni parroci credono di poter fare quello che gli pare e rimanere impuniti. Credono di poter deturpare le nostre città, borghi, paesini, frazioni con le loro palafitte, coi loro travi rugginosi, coi loro puntuti crocifissi, coi loro capannoni affrescati. Le critiche, in questo Paese timorato di dio, non sono ricevibili. I piani regolatori si piegano al volere dei vescovi, e anche le popolazioni, magari solo per quieto vivere.
Non ho certo pretese di rivoluzione sfogando la mia frustrazione qui. Ma magari, chissà, un po’ alla volta altre persone scopriranno il loro buonsenso e diranno ai signori architetti-chierichetti che no, non è proprio il caso di fare un triangolo di ferro e cemento proprio davanti casa nostra.
Mandatemi le vostre esperienze, le foto delle vostre brutte vicine di casa. Andate a caccia su internet (in 10 minuti ne ho trovate almeno 5 che meriterebbero un premio per l’architettura più offensiva del mondo) e mandatemi il risultato, insultato: bruttechiese at gmail.com
Non c’entrerà la religione ma diciamocelo così, tra noi… con delle chiese così per forza uno diventa ateo! Queste chiese così brutte, per me, sono la prova che dio non esiste